Michael Jackson: il medico rinviato a giudizio per omicidio

Non si placano le accuse di omicidio nei confronti ci Conrad Murray, il medico personale di Michael Jackson. Murray, infatti, è stato ora ufficialmente rinviato a giudizio con la pesantissima accusa di omicidio colposo e il processo che lo vedrà imputato avrà inizio il prossimo 25 gennaio. Il cardiologo rischia ben 4 anni di carcere con relativa e conseguente interdizione dall’esercizio dell’attività medica qualora venisse ritenuto colpevole del ‘misfatto’. Conrad Murray, secondo l’accusa, avrebbe prima somministrato a Michael Jackson un potente anestetico provocandogli una conseguente overdose. Poi, accortosi del danno (probabilmente involontario) ha cercato di coprire il tutto ritardando nel chiamare i soccorsi. Questo è quanto asserisce la Corte Superiore di Los Angeles, convinta del fatto che Michael Jackson era in buona salute nel giorno della sua morte prima dell’interventi del dottor Conrad Murray. Dal canto suo il medico, da sempre visto come possibile imputato per omicidio, ha respinto con veemenza ogni accusa, sostenendo di avere in carico Jacko per curare i suoi gravi problemi di insonnia. Di fatto, secondo Murray, fu lo stesso Michael Jackson a togliersi la vita auto-somministrandosi una potente dose di sedativi mentre il dottore si trovava in un’altra stanza. Intanto a Conrad Murray è stata revocata la licenza ad esercitare l’attività medica nello stato della California in quanto “le testimonianze hanno evidenziato che rappresenta un immediato pericolo per la sicurezza pubblica”. La tesi dell’accusa, comunque, è questa: Murray abbandonò il suo paziente dopo avergli somministrato una dose extra di propofol tra le 10.40 e le 11.00 del mattino per aiutarlo a dormire e poi cercò di coprire il suo operato una volta scoperto che Michael Jackson era morto. Non sarà facile dimostrare il contrario.

Marco Pesino

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