Marco Mengoni parla di solitudine e ricorda Amy Winehouse

Apparentemente la solitudine è spesso la migliore amica di un cantante: la solitudine diventa un processo, uno stato d’animo utile per capire, analizzare e creare.
Così è stato anche per Marco Mengoni, il 23enne vincitore della terza edizione di “X Factor”, nonché terzo classificato al Festival di Sanremo 2010.
Parlando del suo prossimo disco intitolato “Solo 2.0” in uscita il 27 settembre, Mengoni ha raccontato a Vanity Fair il suo rapporto con la solitudine.

Cerco spesso la solitudine e la trovo. Mi è servita molto in passato: sono stato anni chiuso in casa, da adolescente, con vestiti larghissimi e capelli lunghi per mimetizzarmi. Mi ha aiutato a ‘sentirmi’, a capire chi ero, prima di uscire dall’isolamento. Oggi riesco spesso a essere solo anche in mezzo alla gente, basta che mi concentro su altro, mi estraneo. Succede spesso che qualcuno mi parli, io mi perdo e mi sgridano”.

Ma non sempre la solitudine è vista dal cantante come un fattore utile per la propria creatività. Per riuscire a rendere al meglio questa sua idea ha infatti chiamato in causa un esempio celebre di “artista solo”, ovvero la compianta e geniale Amy Winehouse: “Lei è proprio l’esempio di artista sola, che muore sola, nonostante i tanti fan. Io non voglio finire così. Ho valori stabili e nessuna attrazione per lo sballo”.

Alessandra Battistini

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