
Borracce in alluminio perché sono un pericolo - classifichemusica.com
Le borracce in alluminio sono ovunque, ma una ricerca de La Sapienza svela il rilascio di metalli pesanti nell’acqua. Ecco cosa può accadere con l’uso quotidiano.
Ormai sono ovunque: sulle scrivanie degli uffici, negli zaini di scuola, tra gli attrezzi da palestra. Le borracce in alluminio sono diventate un simbolo dell’era ecologica, uno strumento di uso quotidiano che promette di ridurre i rifiuti in plastica e fare bene all’ambiente. L’alluminio è il materiale più gettonato: leggero, resistente, e apparentemente sicuro. Ma sotto questa apparenza si nasconde una realtà meno rassicurante, poco nota e raramente discussa.
Una ricerca condotta dal Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con la Fondazione Acqua, ha preso in esame 20 modelli di borracce in commercio, acquistati tra negozi fisici e piattaforme online. I risultati, pubblicati da equivalente.it, confermano che tutte le borracce testate rilasciano metalli nell’acqua. Anche se entro i limiti previsti dalla legge, la questione è più complessa di quanto possa sembrare.
Tracciabilità assente e materiali poco trasparenti
Il problema non riguarda solo il contenuto, ma anche l’origine. Molte delle borracce oggi in circolazione non riportano le indicazioni obbligatorie previste dai regolamenti sui MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti). Non si conosce il tipo di alluminio utilizzato – riciclato o vergine, trattato o grezzo – né se siano stati applicati i rivestimenti protettivi interni previsti per limitare l’interazione tra metallo e liquido. Alcuni prodotti non riportano nemmeno simboli minimi, eppure sono regolarmente venduti.

In mancanza di controlli severi, il consumatore acquista in buona fede un oggetto che dovrebbe essere sano, ma che potrebbe non essere conforme agli standard europei. Il rischio non è immediato, ma può aumentare nel tempo: piccole dosi di metalli che si accumulano ogni giorno, spesso ignorando del tutto la loro presenza. Cromo, nichel, rame, piombo: queste le sostanze più frequentemente rilevate nei test. L’assenza di informazioni dettagliate sull’origine dei materiali impedisce qualsiasi valutazione consapevole.
Metalli nell’acqua: un’esposizione sommersa ma reale
I ricercatori hanno verificato che tutte le borracce esaminate rilasciano tracce di metalli. Nessun campione ha superato i limiti normativi, ma il dato più critico riguarda la somma di metalli che, in combinazione, potrebbe superare soglie ritenute sicure. In particolare, per chi utilizza la stessa borraccia tutti i giorni, il rischio cumulativo aumenta. Alcuni metalli – come il piombo o il nichel – sono già presenti in piccole quantità nell’acqua di rubinetto. Aggiungendo anche le porzioni rilasciate dal contenitore stesso, si arriva a un’esposizione non più trascurabile.
Alcune borracce sono risultate prodotte con alluminio riciclato lavorato in modo non corretto, portando alla presenza di sostanze indesiderate non dichiarate in etichetta. In questi casi, si tratta di elementi che non dovrebbero trovarsi a contatto con liquidi destinati al consumo umano.
La scelta di una borraccia, quindi, non può basarsi solo sull’estetica o sulla tendenza del momento. Serve trasparenza, serve controllo, e serve soprattutto la certezza che ciò che beviamo ogni giorno non contenga residui invisibili ma potenzialmente pericolosi.