In quella occasione infatti, riferisce Bellamy, alla band è stato chiesto di pagare dei soldi “extra” per potere utilizzare dei fuochi di artificio, e questa spesa pare sia stata indirizzata per sfruttare delle ciminiere per tali effetti speciali. La dichiarazione dei Muse, come è da aspettarsi, è stata rimbalzata anche su altre pubblicazioni, con prevedibili effetti deleteri sulla serietà dell’Italia.
Leggendo l’intervista in lingua originale, Matt Bellamy usa l’espressione “bribe”, cioè “corrompere”: si tratterebbe quindi di un pagamento fuori da ogni ottica legittima, ma una vera e propria tangente per potere completare lo spettacolo offerto dalla band nel nostro Paese. Durante l’intervista, e nemmeno da altre fonti, non è stata menzionata alcun organo amministrativo italiano, dunque le parole di Bellamy rimangono al momento come semplice testimonianza – non confermata – di un malcostume che potrebbe portare ad accertamenti maggiori.
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