Ma nella sua lunga chiacchierata con Vanity Fair c’è molto altro: si parla infatti di musica, di libri, di cinema, di donne, di successo.
Nelle pagine del suo ultimo libro, intitolato “Pioggia di stelle”, vi è un particolare riferimento alla sua vita, ad una coppia di coniugi anziani innamorati: i suoi genitori, così semplici e vitali.
“Papà l’ho perso nel 2001. Diceva: dopo i 70 ogni anno è regalato. È morto a 71. Tumore all’intestino. Quattro mesi dalla diagnosi. Io stavo girando un film, Da zero a dieci. Ci siamo parlati più in quei mesi che in tutta la vita. Lui era un Ariete, testosterone puro, reattivo, io Pesci, faceva fatica a capire questo figlio che parlava poco, non capiva nemmeno cosa volesse dire essere timido. Ci siamo visti, in quei mesi”.
Ma invece come sarà Ligabue come padre? Da un lato c’è Lenny, adolescente con un grande talento musicale; dall’altro la piccola Linda che ha solo 7 anni e vive ancora insieme al papà. Poi viene a galla un capitolo nascosto, difficile del suo passato, legato sempre alla sua paternità mancata: “Ne avrei voluti altri, di figli. Tanti. Ne ho persi tre. Due nel passato, uno pochi anni fa da Barbara, la madre di Linda. Al sesto mese di gravidanza. Un lutto che non trova casa, nessuno lo considera un vero lutto”.
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