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W.A. Mozart – Davvero il genio austriaco può ritenersi volgare?

Del grande compositore austriaco, intere generazioni hanno goduto la sua musica, ne hanno interpretato il messaggio universale fino a tramandarci un personaggio talmente grandioso che non esageriamo a definire leggendario. Nell’accezione più ampia del termine. Visto che, nella seppur breve vita di Wolfgang Amadeus Mozart, sono diversi gli episodi o gli aneddoti inverosimili che sorprendono e affascinano coloro che erano convinti di sapere tutto del genio di Salisburgo. Sulla personalità dell’enfant prodige, i pareri di coloro che l’hanno conosciuto sono a volte discordanti. Taluni ne percepiscono un animo gentile e sensibile, ad altri egli appare sgarbato, burbero, poco incline alla comunicazione, finanche volgare. Ma tutti lo definiscono il più grande di tutti. Eppure sul suo conto ci sarebbe più di un’ombra. Benintesi, nulla che ne possa scalfire l’opera, ci mancherebbe.

Piuttosto sembrano dettagli che stridono, a volte non poco, con l’immagine superba dell’artista. E che, in certi casi, quasi nel timore di intaccare una tale figura, ci pervengono con ritardo, più o meno voluto. Sono solo dell’inizio del secolo scorso, ad esempio, dei frammenti di cronaca che oggi definiremmo gossippara. Oltre quella per la musica, il Genio coltivava la passione per le donne e quella per il gioco d’azzardo. Al biliardo, in particolare, proprio non sapeva rinunciare; ma con esso accumulò solo debiti. A Vienna, peraltro, era nota la sua mediocrità in merito. E il compositore, non certo solo per questa ragione, in maniera piuttosto impietosa e approssimata, fu definito psichicamente immaturo, specie quando se ne conobbe una prerogativa davvero raccapricciante che, in modo morboso, lo faceva esprimere con epiteti volgari.

Anche in alcune sue composizioni. Si tratta di quattro canoni, definiti licenziosi, scritti quando aveva più o meno trent’anni, ma la cui ufficialità è stata resa nota solo nel 1991. C’è chi, come lo storico Michael Quinn, parla convintamente di goliardia, visto che Mozart era ben consapevole di rendere quei versi scurrili e incongruenti. A lui piaceva così, pare che addirittura se ne divertisse. Diceva Wolfgang: “Sono volgare, è vero, ma vi giuro che non è tale la mia musica”. Quel suo modo di esprimersi, quasi scabroso, lo si riscontra ancor più nelle lettere inviate alla cugina Anna Maria Thekla. Una corrispondenza piuttosto fitta in cui Amadeus dà il meglio di sé. Epiteti spinti, inverosimili, visto lo spessore del personaggio. Finanche quelle poche espressioni che potevano ritenersi “solo” allusive, risultano essere di facile lettura. Un fenomeno strano, insomma, che spiazza non poco.

Sull’argomento, certo pure appassionante, si sono pronunciati diversi studiosi. Dell’epoca e non. Pare si sia occupato del caso persino Sigmund Freud. Con ogni probabilità si sono sbagliati tutti. Si perché, stando a ciò che ci tramandano coloro che l’hanno conosciuto bene, Mozart era una persona libera, giocosa e incredibilmente loquace; che mal si adattava alle gerarchie di corte e alle pomposità dell’ambiente cortigiano. Quasi un ribelle, dunque. Che sapeva, o voleva, diventare scurrile nei momenti che riteneva opportuni. Ciononostante, non molto tempo fa, il British Medical Journal pubblicava un interessante lavoro di un ricercatore statunitense secondo il quale il Genio parlava in quella maniera così smodata particolarmente nei periodi di forte stress. Che a onor del vero non furono pochissimi nei trentacinque anni vissuti dal maestro austriaco.

A cominciare dai momenti di crisi col papà Leopold, alla lite con l’arcivescovo di Salisburgo, o anche alla corsa frenetica per vedersi affermato, specie quando diventò consapevole dei propri mezzi. Le capacità dell’enfant prodige erano fin troppo note già in tenera età. Motivo per cui, ancora fanciullo, dovette girare mezza Europa in compagnia della mamma. Cose che segnano, potremmo dire. Mozart potrebbe aver fatto fatica a sopportare il peso di tale successo. Al punto che la morte l’ha sorpreso giovanissimo. Ma qui si aprirebbe un altro discorso. Visto che la fine prematura di Wolfgang Amadeus Mozart ancora oggi è avvolta in un profondo mistero.

Pasquale Alfano

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