È la prima volta che accade in Italia, ma è successo: un rapper è stato condannato per diffamazione. Nel caso specifico, trattasi di Fabri Fibra. La canzone “A me di te” è stata giudicata offensiva verso la reputazione di Valerio Scanu.
A stabilirlo è stato il Tribunale di Milano, che ha condannato il rapper marchigiano non solo a pagare una multa, ma a versare provvisoriamente a Scanu un risarcimento di 20 mila euro. La sentenza ha accolto l’accusa secondo cui nel brano di Fabri Fibra fossero contenute varie strofe offensive nei riguardi del cantante sardo. In particolare, nel testo sarebbero presenti allusioni esplicite verso la sessualità di Scanu; secondo il magistrato, Fibra ha sbagliato “facendo riferimento con scherno ai suoi orientamenti sessuali“.
La difesa del rapper ha sottolineato come nel genere musicale siano caratterizzanti il linguaggio esplicito e il ricorso a immagini forti, utili a determinare il messaggio da veicolare. Ma gli avvocati Paola Castiglione e Ugo Cerruti, che rappresentano Scanu, hanno commentato: “Le espressioni utilizzate dal cantante Fabri Fibra sono diffamatorie in maniera oggettiva, come ha stabilito il giudice. Ed è la prima sentenza in Italia che vede la condanna per diffamazione di un cantante di musica rap. La musica è libertà, ma insultare squallidamente una persona non è musica e non è arte. Ognuno è libero di manifestare liberamente il proprio pensiero, non di offendere e diffamare una persona“.
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