“Oggi ai ragazzi manca l’esperienza di mettere le cuffie, alzare il volume al massimo, prendere la copertina dell’album, chiudere gli occhi e perdersi nel disco“, ha dichiarato al giornale. Insomma, la nostalgia del tradizionale: vinili e CD oggi sembrano oggetti sconosciuti ai più giovani, abituati a scaricare direttamente sul proprio apparecchio elettronico l’hit di turno, senza tenere nulla di tangibile in mano che non sia lo stesso dispositivo.
“Manca la bellezza di prendere i soldi che hai in tasca e decidere sulla base della copertina, senza sapere come sia il disco, guardando un paio di foto e cercando di immaginare il resto“, ha poi aggiunto. Il famoso rocker anni ottanta confessa di sentirsi antiquato nel rilasciare dichiarazioni del genere, ma spiega che si tratta di una visione personale del gusto della musica, completamente perso con l’avvento delle tecnologie firmate Apple. “Steve Jobs è personalmente responsabile per avere ucciso il business della musica“, è la sua dura sentenza.
Giovanni Ferlazzo
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