Lui stesso ha dichiarato che vincere tale premio rappresenti un trampolino fondamentale che permette di farti conoscere anche se conosciuto non sei.
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“Questo premio fa sì che uno come me, che non è ricco, possa lavorare con più concentrazione per un paio d’anni, senza dover fare mille lavori e accettare mille proposte per andare avanti”, dice lui.
Ricordando la sua giovinezza Scarpa ricorda: “Mio padre ha preso la terza media da privatista a 40 anni, ha fatto le serali e ha preso il diploma. Mia mamma ha la quinta elementare. Mia nonna era sarta e mio nonno falegname. A casa dei nonni materni, nel Trevigiano, non si arrivava a sera, altro che fine mese. Eppure mia nonna aveva in casa i romanzi di Dostoevskij”.
E senza alcun tipo di paura, decide di parlare liberamente di teatro e finanziamenti pubblici, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa.
“Nel teatro gran parte dei finanziamenti pubblici se li mangia l’opera, le risorse vanno tutte lì. La lirica è una sciagura! Non m’interessa, la vedo come una cosa triste, penso che bisognerebbe congedarsi dalla lirica, fare qualche dvd e smetterla: è una cosa che non ha più senso fare. L’Italia si è accorta di Emma Dante perché ha fatto la Carmen alla Scala! Non credo che rimettere in scena per l’ennesima volta la Carmen sia cultura. Così si uccide il teatro contemporaneo”.
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