L’ultima fatica targata Afterhours è uscita il 2 maggio e direi che, spulciando su internet, era molto attesa. Girovagando su Google escono davvero tantissime recensioni. Alcune recensioni portano come data il 3 o il 4 Maggio. Io a differenza, un album, specie se degli Afterhours, per assimilarlo ci metto un po, giusto il tempo di percepire le sue varie sfumature.
Cercherò di essere il più obbiettivo possibile, mi sarà difficile, è il mio gruppo italiano preferito.
Non voglio mettere di mezzo nemmeno i precedenti album.
Inizio col dire che è un album coraggioso, intraprendente, mi dà la sensazione che l’evoluzione musicale degli Afterhours non si fermerà mai, è come un quadro che non si riesce a finire.
Il risultato è diviso a metà, alcune canzoni davvero ben riuscite, altre meno.
La durata media delle canzoni è abbastanza bassa, come ci avevano abituati tempi addietro.
I testi delle canzoni sono sempre più “vicini” alla figura di Manuel Agnelli, molti sono i riferimenti alla figlia appena nata.
Non voglio fare la descrizione noiosa traccia per traccia, posso elencare 3 canzoni a mio parere molto riusciute: Pochi istanti nella lavatrice, Tutti gli uomini del presidente, Tutto domani.
Un album al quale posso dare un 70/100 abbastanza obbiettivo, peccato per quelle 2-3 canzoni rimaste appese, troncate a metà. Consiglio comunque l’ascolto (ripetuto) del presente album. Ne vale la pena.
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